Thursday, February 8, 2007

Zappe sui piedi...

Una breve riflessione su come il mondo open-source riesca a farsi del male, promuovendo iniziative lodevoli, ma arrivando totalmente impreparati a domande assolutamente banali e prevedibili.

Lo spunto mi arriva ascoltando uno stralcio di un'intervista (o semplicemente una domanda del giornalista presente, non so) durante la conferenza stampa di presentazione dell'associazione Progetto Linguistico Italiano OpenOffice.org. Lo stralcio è andato in onda durante la puntata del 3 Febbraio 2007 del programma 2024 su Radio 24:

Enrico Pagliarini (Giornalista di Radio 24): Naturalmente quando si parla di suite da ufficio viene subito alla mente Office, il classico Office di Microsoft. Siamo in presenza di un software che sostanzialmente è molto simile.

Davide Dozza (Presidente del PLIO): Sì, è un diretto concorrente di Microsoft Office. Tant'è che supporta in tutto e per tutto i formati di Office. E' una compatibilità molto alta, non al 100%, perché ovviamente i formati di Microsoft sono formati proprietari, e quindi sono supportati solo in termini di reverse-engineering come si dice tecnicamente. Cioè solo la possibilità di copiarne le funzionalità senza avere accesso alle specifiche vere e proprie. Per cui ci si avvicina molto alle funzionalità di Office, ma mai del tutto proprio per queste caratteristiche di chiusura dei formati.


A questo punto gli ascoltatori cosa avranno capito? Sicuramente che [OpenOffice] "si avvicina molto alle funzionalità di Office, ma mai del tutto". Non propriamente una buona comunicazione.

Perchè parlare di funzionalità in merito ai formati, quando le funzionalità si riferiscono al software? Non bastava dire che OpenOffice permette di ottenere gli stessi risultati che si ottengono con Microsoft Office, e in maniera molto simile? Naturalmente, trattandosi di software differenti, OpenOffice ha funzionalità che Office non ha, e viceversa. Se si voleva parlare dei formati, era sufficiente dire che OpenOffice è in grado di leggere (e scrivere) praticamente tutti i file prodotti da Office, con un ottimo grado di approssimazione, trattandosi di formati proprietari.

Personalmente sono passato ad OpenOffice da molto tempo, ed è da molto tempo che non ho problemi di compatibilità con i formati di Office. Probabilmente sarò fortunato...ma felice.

4 comments:

Anonymous said...

Certo che il mondo open source tenta in tutti i modi di rovinarsi la vita, basta solo pensare al recente accordo capestro tra Novell e Microsoft...

Lucio Benfante said...

Boh...in quel caso secodo me l'open-source non c'entra molto...strane strategie aziendali...

Anonymous said...

A me spaventa un po' invece che un'azienda che sviluppa prodotti open-source (Novell) senta la necessità di firmare un accordo con Microsoft per proteggersi da eventuali cause da parte di Microsoft.

Per assurdo, con quell'accordo, Microsoft potrebbe fare causa a Red Hat, Debian, Ubuntu, Mandriva, etc per la violazione dei brevetti di .Net (perché è di questo che si parla), mentre Novell (e i suoi clienti) ne rimarrebbe fuori.

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Lucio Benfante said...

Ci ha già provato SCO, e si sono visti i risultati. Spero che Novell (e Microsoft) abbiano un po' più di buon senso.

Per quanto riguarda i brevetti software...il disgusto è crescente...prima anche le aziende se ne accorgeranno, meglio sarà. E' di qualche giorno fa questa storia:

http://www.bluej.org/mrt/?p=23

In questo caso la comunità Java ha "tenuto" ed ha ottenuto il risultato desiderato (la rinuncia di Microsoft alla richiesta di brevetto). Forse anche le comunità Linux e open-source in generale dovrebbero concentrarsi di più sulla segnalazione di specifiche richieste di brevetti non valide (ad esempio perchè già implementate da tempo in ambito open-source), piuttosto che portare avanti esclusivamente battaglie sulle questioni generali di principio relative ai brevetti (spesso legittime, per carità).